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"A tu per tu" con la Patagonia di ieri e oggi

23 Aprile 2017 / 00:00
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Scritto da Redazione Orobie
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"A tu per tu" con la Patagonia di ieri e oggi

23 Aprile 2017/ 00:00
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Patagonia, dal presente al passato. E' stato un viaggio indescrivibile quello andato in scena giovedì 20 aprile in occasione della serata con Nicola Lanzetta e i Ragni del Cerro Torre 1974, organizzata dal negozio Df Sport Specialist a Bevera di Sirtori (Lecco) per il ciclo "A tu per tu con i grandi dello sport" e condotta dal giornalista e scrittore Giorgio SpreaficoLa Patagonia di oggi, ben rappresentata dal film "Patagonia  - indietro non si torna" di Nicola Lanzetta, è stata lo spunto per avviare una "macchina del tempo" che ha riportato il folto pubblico presente nel punto vendita a rivivere la storica spedizione del Cerro Torre, di cui erano presenti ben cinque protagonisti. Felice Anghileri, allora presidente del Cai, Mariolino Conti, uno dei quattro alpinisti in vetta, Giuseppe Lanfranconi, Ernesto Panzeri e Sandro Liati, medico della spedizione, hanno raccontato aneddoti, rivissuto sofferenze ed emozioni della loro Patagonia. A fare da filo conduttore, alcuni scatti inediti della spedizione opera di Mimmo Lanzetta, padre di Nicola, che fece parte della spedizione come accompagnatore e fotografo.

Nicola Lanzetta con Giorgio Spreafico durante la serata sulla Patagonia

La passione di Nicola

Nicola Lanzetta, tanta passione per la montagna e uno stile fatto di semplicità e umiltà, ha raccontato che la sua "voglia di Patagonia" è nata proprio osservando le diapositive del padre. "Sapevo che non avrei trovato la Patagonia di 40 anni fa  - ha detto  - ma sapevo anche che le montagne non cambiano". Quella di Nicola Lanzetta sulle vette dell'Aguia Saint Exupery, Aguia Guillaumet e Fitz Roy, è una storia di curiosità verso un ambiente sconosciuto e difficile, di cordate costruite sul posto, di scalate e di rinunce, e di eventi forti come nel recupero del cadavere di Chad Kellogg, alpinista americano noto per le sue salite in velocità, che da due anni giaceva in parete"Da fine del mondo inaccessibile a meta turistica che offre tutto ciò che c'è sulle Alpi  - ha spiegato Spreafico  -, la Patagonia è un luogo dove una volta gli alpinisti giocavano a nascondino con le bufere, e spesso perdevano. Oggi non passano settimane sotto la montagna, spesso aspettano le previsioni meteo a El Chalten e partono per scalare veloci e leggeri, sacrificando molto tempo e a volte un po' di sicurezza. Ma anche oggi la vittoria non è assicurata e le rinunce sono frequenti".

Numeroso il pubblico che ha seguito l'incontro a Bevera di Sirtori

Aneddoti e storie toccanti

Dai cinque protagonisti del 1974 aneddoti divertenti e storie toccanti, forse mai raccontate, che hanno conquistato il pubblico che ricorda sempre con emozione e piacere una delle più belle imprese dell'alpinismo lecchese, resa possibile dal contributo della città intera. Si è parlato delle ingegnose soluzioni artigianali per slitte e chiodi d'arrampicata; del fucile donato dalla famiglia Fiocchi, che permise alla squadra di vincere la fame durante il lunghissimo soggiorno alla base della parete, dove rimase due mesi sotto la bufera godendo di soli otto giorni di bel tempo per scalare. "Il Torre è stato qualcosa di straordinario, figlio di una precisa stagione storica che non potrà mai più ritornare  - ha detto Spreafico in chiusura  -. Noi dobbiamo farne memoria, per non dimenticare e per trarre ispirazione verso il futuro".

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