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Pik Pobeda, le prime immagini
di Moro e Lunger dalla Siberia

15 Febbraio 2018 / 10:28
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4627
Scritto da Redazione Orobie
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Pik Pobeda, le prime immagini
di Moro e Lunger dalla Siberia

15 Febbraio 2018/ 10:28
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Scritto da Redazione Orobie

"Ha nevicato tutto il giorno, ma fortunatamente c’era una buona visibilità e nonostante il freddo molto intenso la nuvolosità ci era favorevole, scongiurando così temperature ancor più estreme. Se il vento moderato e temperature a -35 gradi sono le condizioni che hanno caratterizzato la giornata in cui abbiamo raggiunto la vetta, durante il resto della spedizione abbiamo raggiunto anche i -50Il nostro approccio in puro stile alpino senza alcuna sosta è stato pensato proprio per evitare di dover trascorre un’altra notte in condizioni potenzialmente estreme". Sono le prime parole dell'alpinista bergamasco Simone Moro, visibilmente soddisfatto, rientrato a Yakutsk dopo la conquista del Pik Pobeda nel freddo siberiano.

"La situazione ambientale che abbiamo affrontato è stata unica nel suo genere - ha aggiunto l'alpinista altoatesina Tamara Lunger -. Perfino il viaggio per raggiungere la meta è stato complicato. Ci sono voluti ben 3 voli per raggiungere Sasyr, la città più vicina al campo base e la temperatura media non ha mai superato i -35/40 gradi. Ci sono stati soltanto 3 giorni di bel tempo per tutta la durata della spedizione, ma nonostante le condizioni estreme questa regione isolata e remota ci ha emozionati con l’incredibile bellezza della sua natura".

Una grande emozione, guarda il video:

La scalata ghiacciata

Gli atleti del team The North Face Tamara LungerSimone Moro hanno compiuto un'altra straordinaria impresa, completando con successo la prima invernale del Pik Pobeda, la vetta più alta, con i suoi 3.003 m, della catena montuosa Chersky Range, situata nella zona più fredda e disabitata del pianeta, in SiberiaTamara e Simone hanno raggiunto la vetta l'11 febbraio in poco più di 7 ore, alle 15.37 ora locale e hanno poi impiegato altre 4 ore per fare ritorno al campo base, coprendo in 11 ore una distanza complessiva di 27,3 km e 2.042 m di dislivello. E' stata una lunga scalata, caratterizzata da passaggi estremamente tecnici e dall'impossibilità, in caso di caduta, di essere raggiunti dai soccorsi.

Nella squadra anche il fotografo di Orobie Matteo Zanga.

"Siamo infinitamente grati del supporto che ci è stato fornito dai nomadi nel corso di tutta la spedizione, non ce l'avremmo fatta senza di loro. Siamo davvero entusiasti di aver conquistato la vetta di quella che viene considerata una delle montagne più fredde del pianeta".


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