Scappare dalla città e salire in quota per festeggiare in maniera più intima l’arrivo del nuovo anno. Una scelta che ormai piace non solo agli appassionati di montagna. Per ritrovare un po’ di quell’intimità che la neve e l’inverno contribuiscono a ispirare bisogna allora andare in alto. Bisogna cioè puntare ai rifugi, là dove tendenzialmente l’accesso e l’ambiente portano quasi naturalmente a festeggiare in maniera diversa, senza eccessi, per intenderci. Si sale a piedi, magari con le ciaspole, si cena, al massimo un po’ di musica e poi si osservano i fuochi in lontananza, con quel pizzico di disincanto che rende tutto più bello

Se, assieme a tante difficoltà, il periodo di crisi economica che stiamo vivendo, qualcosa di buono ha portato, è proprio la capacità di guardare con un po’ più di attenzione alle cose preziose. I rifugi «fuori stagione» sono certamente una di queste. Presidi del territorio. Ma anche luoghi dello spirito; duri finché vuoi, ma ricchi di soddisfazioni e capaci di riportarti all’essenziale.

 «Aprire tra dicembre e febbraio – sottolinea il presidente di Assorifugi Gino Baccanelli – non è affatto semplice devi, innanzitutto predisporre l’edificio in un certo modo, perché va isolato e anche dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico devi garantire che ci sia acqua a sufficienza.

Quando la struttura non si trova sulle piste da sci, arrivarci può essere complicato e richiede esperienza. Il bello però sta proprio qui. È una montagna che richiama solo chi la ama veramente». 

 «Anche stare in rifugio  – aggiunge – è molto diverso. C’è un’atmosfera più intima. La gente è disposta a condividere un’esperienza che magari gli è costata diverse ore di fatica con la neve al ginocchio e il freddo che punge. A capodanno in molti tornano ogni anno, ma non manca mai chi arriva per la prima volta in cerca di una festa un po’ diversa».

Scopri sul numero di dicembre di Orobie i rifugi che fanno festa a Capodanno.