L'onda lunga del caldo estremo dell'estate 2015 sembra non essere finita. L'anticlone che ci sta interessando avrà connotati decisamente poco autunnali e manterrà le temperature sulle nostre montagne anche sopra i 20 gradi. In alta Valtellina ad esempio lo zero termico è oltre i 3700 metri, e si innalza di conseguenza la quota minima per trovare la neve, complice anche l'assenza quasi totale di precipitazioni. Questa situazione decisamente anomala fa soffrire molto i ghiacciai, già messi a dura prova dall'estate, e rischia di lasciare a secco di neve le montagne in vista dell'inizio della stagione sciistica.

Dopo la traumatica spaccatura in tre parti del ghiacciaio dei Forni in Valfurva, anche il ghiacciaio Presena è a rischio scioglimento. Nei settori dove non vengono posati i teli geotessili infatti, ci sono dei punti dove la neve si è abbassata anche di quattro metri. La situazione che è emersa dalla presentazione del nuovo Catasto dei ghiacciai italiani effettuato dall'Università di Milano non è rassicurante, e occorre un cambio di mentalità. Come suggerito da Anna Giorgi, responsabile dell'Università della Montagna di Edolo, occorre considerare montagna e città come facenti parti di un sistema unico e connesso, perchè le problematiche dell'una influiscono inevitabilmente su quelle dell'altra.