Due eventi importanti nella storia della nostra rivista e del suo stretto rapporto con il territorio. Come abbiamo già annunciato, lo scorso maggio è stato ufficialmente presentato  «Orizzonte Orobie», un progetto che con una serie di iniziative si propone di stringere ancora di più i legami con la grande comunità di lettori che segue Orobie da ventidue anni. E subito dopo, il 12 giugno, abbiamo allestito nel pieno centro di Bergamo, sul Sentierone, la mostra «Tito Terzi: fotografo e testimone», con decine di immagini tratte dall’archivio di questo nostro caro e compianto compagno di lavoro: ben 40 anni di attività e migliaia di scatti dedicato al territorio bergamasco e alle sue montagne; è stato anche il momento del fotografo Matteo Zanga, apprezzatissimo collaboratore di Orobie, con la mostra «Nanga Parbat, 45 giorni di ghiaccio», sulla spedizione alla quale ha partecipato al seguito di due grandi alpinisti, Simone Moro e Denis Urubko. Contemporaneamente si è svolto il convegno «Documentare il presente. La fotografia in cerca di futuro», al quale ha preso parte uno dei maestri della fotografia internazionale, Gianni Berengo Gardin. Perché tutti questi riferimenti alla fotografia? Perché è sull’immagine fotografica che si fonda buona parte del nostro lavoro e anche perché riteniamo che proprio attraverso la fotografia abbiamo dato un notevole contributo, e continuiamo a farlo, alla conoscenza del territorio e ai suoi valori diffondendoli tra migliaia e migliaia di lettori. E anche questo numero di Orobie lo conferma.