Itinerario E

Con il Fab nel tesoro di fiori dell’Arera

  • Escursionismo
  • 7 ore
14 Luglio 2017 / 10:30
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1
3227
Scritto da Redazione Orobie
Itinerario

Con il Fab nel tesoro di fiori dell’Arera

14 Luglio 2017/ 10:30
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Itinerario

Con il Fab nel tesoro di fiori dell’Arera

14 Luglio 2017/ 10:30
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Il percorso

Insieme al gruppo Fab-Flora alpina bergamasca scopriamo il Sentiero dei fiori a Oltre il Colle (Bergamo), tracciato dedicato a Claudio Brissoni, valente divulgatore e appassionato studioso della flora alpina bergamasca. Il professor Brissoni (1923-2003) dedicò una particolare attenzione ai fiori dell’Arera, imponente cima calcarea straordinariamente ricca di specie endemiche e rare, individuando nel corso di innumerevoli escursioni un itinerario ideale per osservarle, dedicandovi in seguito grandi energie per valorizzarlo presso le istituzioni locali e il pubblico. Originariamente denominato «Sentiero dei fiori», il 4 luglio 2004 gli è stato ufficialmente intitolato, a ricordo della sua figura e del suo impegno naturalistico.

Nel più grandioso scenario dell’alta montagna calcarea, lungo il percorso si incontra una notevole varietà di ambienti; pareti rocciose, macereti, arbusteti, praterie naturali e, più limitatamente, pascoli, con un’incredibile varietà di specie, sovente di grande bellezza. L’intero sentiero riserva continue sorprese, ma le zone più ricche di specie rare p endemiche sono la Val d’Arera, il Mandrone ed i pendii della Corna Piana.

Da Zambla Alta, passando per Plassa, si sale in auto fino al vecchio piazzale delle miniere, a quota 1.600 metri. Il parcheggio è a pagamento, occorre munirsi di ticket alla colonnina all’inizio della strada. Dal piazzale si prende il sentiero 221 (anch’esso ricchissimo di fiori e recentemente denominato «Sentiero Fab dell’Arera»), che si mantiene costantemente in prossimità del panoramico crinale sulla Val Vedra, e passando tra grandi macchie di rapontico scarioso si raggiunge il rifugio Capanna 2000 (1.969 metri), dove il Sentiero dei fiori Claudio Brissoni ha inizio.

Il percorso ad anello è ben segnalato e si svolge sul versante occidentale dell’Arera e della Corna Piana, collegando il rifugio al Passo Branchino, senza particolari difficoltà. Dapprima si attraversa in quota la Val d’Arera, quindi si affronta una breve salita per raggiungere il passo Gabbia (2.070 metri), si percorre il vasto macereto del Mandrone e si sale alla Bocchetta di Corna Piana (2.078 metri), il punto più elevato di tutto l’itinerario, da cui si scende al passo Branchino (1.821 metri), con vista sull’omonimo lago. Il ritorno avviene sul sentiero 222, che è 150-200 metri più in basso di quello percorso in precedenza, dislivello da recuperare nel tratto finale.

Ovviamente il Sentiero dei fiori può essere percorso anche in senso opposto, partendo dal passo Branchino, possibilità conveniente per gli escursionisti provenienti da Mezzeno (1.600 metri) o dal rifugio Alpe Corte (1.410 metri). Il dislivello che si compie per salire al rifugio è di 370 metri, più altri 350 metri sul Sentiero dei fiori. Il periodo consigliato per percorrerlo va da giugno ad agosto. Il tempo di percorrenza è di un’ora per salire al rifugio, più 5 ore per l’anello del sentiero. Si tratta di un itinerario con difficoltà di escursionismo medio.

Parlando di fiori, al gruppo degli endemiti insubrici appartengono la linaria bergamasca e il caglio del Monte Arera, che proprio qui sono stati scoperti, la moehringia della Concarena, l’aglio insubrico, la silene di Elisabetta, la campanula di Rainer, le sassifraghe della Presolana e di Vandelli, la minuartia della Grigna, la viola di Duby e la primula glaucescente: sono tutte specie antiche, sopravvissute alle glaciazioni quaternarie in alcune “oasi di rifugio” delle Prealpi lombarde.

Tra le altre specie per bellezza o rarità si segnalano almeno l’aquilegia di Einsele, la minuartia austriaca, il papavero retico, la sassifraga di Host retica, la petrocallide dei Pirenei, il cerastio a foglie larghe, lo spillone alpino, il doronico di Colonna e quello dei macereti, oltre alla conosciutissima stella alpina. Un tesoro tutto da scoprire. Il periodo consigliato va da giugno ad agosto.