Articolo

"MONTE BIANCO-SFIDA VERTICALE", IL GIORNO DOPO

10 Novembre 2015 / 14:50
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Scritto da Redazione Orobie
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"MONTE BIANCO-SFIDA VERTICALE", IL GIORNO DOPO

10 Novembre 2015/ 14:50
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Scritto da Redazione Orobie

"Monte Bianco-Sfida Verticale" controverso prima e dopo. Ieri la prima puntata ha scatenato una ridda di commenti, nei quali i giudizi negativi sembrano prevalere. 

Sulla Pagina Facebook di Orobie vincono la diffidenza e disapprovazione, ma c'è anche chi difende l'iniziativa.

Se il solo progetto era bastato a far inorridire Reinhol Messner che aveva parlato di «banalizzzione dell’alpinismo e della montagna», ora arrivano i commenti sulla trasmissione. I grandi nomi di questo mondo si dividono.
Alessandro Gogna, sul suo Gognablog scrive: «Monte Bianco si presenta come un innocuo gioco ma rischia di ridurre l’alpinismo a una goliardata senza motivazione, a un Amici miei senza la bravura di Ugo Tognazzi e
soci e senza l’arte di Mario Monicelli. Nel reality applicato alla montagna, proprio chi ha dovuto affrontare anni e anni di spasmodici sforzi per avere un’esperienza e un titolo da guida alpina rischia di trovarsi in bilico tra l’ammirazione sconfinata e il ridicolo della situazione. Perché parlo di ridicolo? Perché è evidente a uno spettatore attento che la guida è costretta a giocare in un altro campo, proprio come il concorrente che da cantante, o da attore o da calciatore, si trova su terreno per nulla conosciuto. Anche la guida alpina quindi se la deve giocare, per continuare a essere credibile. E non tutti ci riescono sempre… Non è alpinismo, non è avventura. Non è avventura se è una gara! Chiamiamola "spietata esperienza adrenalinica.E’ un gioco. L’alpinismo resisterà anche a questo

Meno lapidario Agostino Da Polenza, che pur trovando irritanti alcune frasi a sproposito, confessa di essersi divertito e si complimenta con Rai2 «per aver avuto il coraggio di usare l'"alpe" come location e l’alpinismo con le sue difficoltà, regole e spettacolarità come modalità per un gioco televisivo.» Positivo il giudizio su Simone Moro: « Un po’ rigido all’inizio ma prodigo di consigli e di attenzioni – lo è anche nella realtà – ai concorrenti (altra parolaccia urticante), utili anche a chi in montagna ci va senza partecipare a un reality

E Simone Moro ha motivato così la sua scelta di condurre l'adventure game: «Monte Bianco non è un reality ma nemmeno un corso roccia televisivo né un documentario d'avventura. Io ho cercato di spiegare le prove alpinistiche con cognizione di causa.  Per il resto della trasmissione e il montaggio io non ho potuto mettere né mano né becco e mi fido della produzione, considerando e mediando sul fatto che in quella fascia oraria il pubblico lo raggiungi con un certo tipo di linguaggio e contenuti. Non l'ho fatto per soldi perchè mi sarebbero bastate poche giornate delle mie solite attività per avere uguale pecunia. L'ho fatto per accettare questa sfida divulgativa che, per ciò che mi competeva, ho cercato di fare al meglio.»

Voi avete visto la trasmissione? Cosa ne pensate?