Primula albenensis :-)

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Queste più che albenensis potrebbero chiamarsi valtortensis :-D ma sono della stessa razza di quelle dell'alben!!

PRIMULACEAE (famiglia)

Primula albenensis Banfi e Ferlinghetti

Primula del monte Alben

Endemismo lombardo, di recente scoperta con foglie in rosetta basale, lanceolato-spatolate, intere, a margine cartilagineo o quasi senza punti pellucidi sulla pagina fogliare. Fiori in ombrelle di 2-12 elementi, con peduncoli debolmente angolosi, glandolosi lunghi 6-10 mm. roseo-violacei, con calice campanulato. Vive su calcare, tra 1150 a 2000 m di altitudine, sulle rupi, in zone sassose. Fiorisce tra aprile e giugno e ha una certa variabilità. È protetta in senso assoluto, nelle province di Bergamo.

(floralpinabergamasca)

L' hanno chiamata "Albenensis" in omaggio al Monte Alben, Rilievo delle prealpi bergamasche dove e' stata scoperta. Si tratta di una nuova specie di primula, che cresce esclusivamente nelle spaccature della roccia dolomitica di questi luoghi praticamente privi di suolo, dal substrato fortemente basico. Enrico Banfi, conservatore di botanica presso il museo di storia naturale di Milano, e Renato Ferlinghetti, del gruppo flora alpina bergamasca, l' hanno notata nel corso di una campagna di ricerca sulla flora alpina lombarda ed hanno subito capito l' importanza scientifica di questo loro incontro. La primula Albenensis, nuova entita' del sottogenere Auriculastrum, sembra essere strettamente endemica delle Orobie: infatti, nonostante siano subito state avviate ricerche sui rilievi circostanti, non sono ancora stati segnalati ritrovamenti simili ne' in Italia ne' in Europa. A prima vista simile alla Primula Hirsuta, specie che vive solo sulle Alpi e sui Pirenei, si differenzia da questa per l' aspetto "farinoso", conferitole da una fitta peluria che ne riveste le tutte le parti aeree. E indubbiamente curioso sapere che sulla pianta si identificano dei peli piu' lunghi, di colore chiaro, che determinano la secrezione di una sostanza glutinosa alla quale si deve il forte profumo (che persiste anche una volta che la pianta e' seccata), ed altri a "batuffolo o a cespuglio", che si disintegrano facilmente in una polvere bianca di cui ancora si ignora la funzione adattiva. I fiori sono tendenti al violaceo e sbocciano da meta' maggio a meta' giugno, mentre la dispersione dei semi avviene tra la fine dell' estate e l' inizio dell' inverno. Il suo adattamento ad un ambiente tanto aspro qual e' quello del Monte Alben, caratterizzato da roccioni, dirupi e valli strette e anguste (quasi inaccessibili), consente alla Primula Albenensis di fiorire e fruttificare in condizioni nutrizionali estremamente precarie, che sembrerebbero inadatte alla vita. Finora sono state fatte alcune ipotesi sull' origine di questa specie. E se da un lato prende corpo quella che la vede affermarsi in epoca antica a causa dell' isolamento geografico e della peculiarita' morfologica e vegetazionale del territorio, dall' altro non e' da escludere che si sia evoluta nel corso degli anni per successive e continue ibridazioni. Sembra tuttavia anche ipotizzabile che, durante le glaciazioni, la specie si sia letteralmente "spostata" e che, nella ricerca di un ambiente piu' favorevole alla sua sopravvivenza, abbia trovato e colonizzato il Monte Alben. La nuova entita' e' gia' stata iscritta nel Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica (per cui e' tutt' oggi necessaria la descrizione dei caratteri in latino), mentre l' olotipo (cioe' il campione di corrispodenza dal quale viene identificata la specie), e' depositato presso il museo di Storia naturale di Milano.

(28 novembre 1993) - Corriere della Sera

Commenti

Andrea Gringhi 6 anni, 10 mesi

Grazie Mario per la lezione di botanica ;-)

  • Renato Aldo Ferri 6 anni, 11 mesi

    Molto belle!