Cima di Pescegallo - Via "Fior di Monte"

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Come ben sapete sono letteralmente innamorato della Val Gerola, una delle vallate più alpinistiche e scenografiche di tutto il gruppo delle Alpi Orobie, tant’è che nel corso di questi ultimi anni molta della mia attività di (ri)scoperta l’ho dedicata a quel piccolo angolo di paradiso.

Una lunghissima avventura iniziata dal Torrione di Mezzaluna passando per i Denti della Vecchia, il Dente del Varrone, l’intero gruppo del Tronella, i Dentini di Trona, la Cresta di S. Stanislao, la Torre del Lago, ecc.

Tuttavia da svariato tempo m’ero prefissato di percorrere almeno una delle vie storiche aperte sulla Cima di Pescegallo e il mio sguardo da sempre era catalizzato dal “Gran Diedro della parete W-N-W” ossia un percorso storico tracciato da E. Fasana e A. Omio il 15 agosto 1931.

Una via che nel corso degli anni è stata risistemata soprattutto nella parte più tecnica, quella centrale, e ribattezzata “Fior di Montagna” per l’anniversario dei 50 anni del coro Fior di Montagna (ad essere sincero la via storica saliva un po’ più a sinistra di quella attuale).

La Cima di Pescegallo, arcigna ed elegante se ammirata dall’omonimo lago artificiale, possiamo considerarla l’estremità settentrionale del Monte Ponteranica Occidentale tant’è che il passaggio tra queste due cime è molto breve e divertente. Il suo nome è stato proposto dal leggendario E. Fasana il quale ne raggiunse per primo il cucuzzolo sommitale.

Anni fa, per essere preciso il 15 luglio del 2010, avevo percorso integralmente l’anfiteatro del Ponteranica concatenando in sequenza la Cima di Pescegallo, il Ponteranica Occidentale, il Dentino di Ponteranica, il Ponteranica Centrale, il Ponteranica Orientale e il Monte Colombarolo ma la Cima di Pescegallo l’avevo salita dalla via normale e quel bozzetto degli anni ’50 che ritraeva la sua parete Ovest-Nord-Ovest era restato un sogno nel cassetto. Di quella cavalcata solitaria conservo il ricordo di un’alba spettacolare e “infuocata” tra le più belle della mia vita.

Ebbene, il cassetto s’è aperto domenica 10 giugno 2018!

Il Lago di Pescegallo si può raggiungere dal Passo San Marco passando per il Passo di Verrobbio e il Forcellino in circa 1h 30m oppure salendo direttamente da Pescegallo, una piccola frazione di Gerola Alta (Morbegno) nota per gli impianti di risalita, le numerose vie ai Denti della Vecchia e il Rifugio Salmurano.

Alla partenza della via, facilmente riconoscibile poiché inizia proprio sulla verticale del grande diedro della parete Ovest – Nord -Ovest, è posta una targa in questo periodo nascosta dai residui nevosi presenti alla base della parete.

Il colpo d’occhio durante la scalata, sicuramente tra i più belli di tutte le Alpi Orobie, e la recente abbondante chiodatura rendono l’ascesa sicura e godibile.

Questo l’itinerario storico del Gran Diedro.

“Dal Lago di Pescegallo ci si dirige a Sud verso la parete e, superato il cono erboso che si tende alla base del diedro, si risale un canaletto e rocce con appigli arrotondati, per abbordare il diedro propriamente detto inclinato da sinistra a destra e percorso da una lunga e stretta fessura.

Dopo aver sorpassato una roccia aggettante, formatasi in seguito alla frattura dello spigolo di un enorme lastrone che si appoggia al diedro, si affronta la fessura aperta tra il lastrone predetto e l’altra parete del diedro. La si risale, chiodo di assicurazione, per uscirne in alto.

Si supera un tratto erboso cosparso di massi e si continua per una ruga longitudinale, segnata appena dall’erba.

Ci si porta poi ad altre rocce miste che permettono di raggiungere facilmente l’anticima. Da questa si seguita lungo la costa rocciosa e si supera una piccola interruzione”.

Il resto degli scatti e del racconto sul mio blog: http://maurizioagazzi.blogspot.com/2018/06/cima-di-pescegallo-via-fior-di-montagna.html