Ponteranica Occidentale - Parete Sud
08 luglio 2018
Sicuramente l’avranno scesa, infatti in parete abbiamo trovato due soste da calata, ma quanti l’avranno scalata?
E soprattutto chissà quanti anni sono trascorsi dall'ultima volta che è "passato su" qualcuno!
La roccia precaria ma specialmente l’assenza di chiodi rivelano quasi certamente la risposta: pochi se non addirittura pochissimi.
L’impossibilità di trovare un itinerario moderno unita alle poche certezze c’hanno infine spinti a vivere questa nuova grande avventura!
“Con il toponimo di Monte Ponteranica s’intende in linea generale quel tratto della dorsale principale delle Alpi Orobie compresa tra il Passo di Verrobbio e il Passo di Salmurano, costituita da un complesso di cime che dominano le piacevoli conche dei Ponteranica e Pescegallo, sul cui fondo appaiono minuscoli e graziosi laghetti”.
Nel corso degli anni s’è fatta molta confusione sulle tre cime che formano questa dorsale da qui l’idea di proporre la descrizione storica per dissipare ogni dubbio.
“Un’attenta analisi di queste vette e un’inchiesta sulle loro denominazioni ha permesso di distinguerle con nomi diversi, motivo per cui abbiamo; un Monte Colombarolo per la quota 2309, un Monte Ponteranica Orientale per la quota 2378, un Monte Ponteranica Centrale per la quota 2372, un Monte Ponteranica Occidentale (quest’ultimo spostato decisamente più a Nord rispetto alle altre due cime) per la quota 2370 e un Monte Valletto o Cima di Salmurano per la quota 2371”.
“Nella Valle del Bitto il Ponteranica è ignorato come tale ed è invece ricordato con l’antico nome di ‘Piz di Frereri’ = Pizzo delle Ferriere (la valle a Nord del Ponteranica è appunto chiamata Val di Frereri, nda). Il Monte Ponteranica Orientale è il più elevato del sistema e si alza nel punto in cui si stacca una cresta che, procedendo da prima sottile, si allarga poi e si rompe in corrispondenza del Forcellino”.
L’estremità settentrionale del Ponteranica Occidentale forma ulteriormente la Cima di Pescegallo, così denominata dal suo primo salitore: Eugenio Fasana. Quest’ultimo trovò in siffatta zona una palestra d’alpinismo fondamentale per portare a termine successivamente imprese di estrema importanza. In campagna solitaria o con pochi amici selezionati Fasana è stato il primo salitore di alcune delle guglie più importanti della Grignetta: il Fungo, la Lancia, la Torre e il Campaniletto sono solo alcuni esempi.
Geologicamente la zona è formata da un complesso sistema di scaglie composte da sedimenti permici accatastati conto gli scisti cristallini più antichi. La vetta invece è costituita da conglomerati del Verrucano.
La parte alpinistica della dorsale, oltre alle pareti Nord-Ovest della Cima di Pescegallo, è racchiusa nel piccolo universo roccioso del Ponteranica Occidentale laddove la sua parete Sud da ormai troppo tempo catalizzava il mio sguardo; un torrione slanciato ed elegante che lascia spazio alla fantasia.
“Si alza a Nord del Monte Ponteranica Centrale e del Dentino di Ponteranica; è costituito da due punte: una più bassa a Nord a forma di cucuzzolo erboso, da cui si alza il crinale che porta in vetta. Visto da Sud si presenta come un torrione che sporge verso la vetta un singolare becco di roccia”.
“Chissà quanti l’avranno scalato” mi chiedevo spesso tra me e me; e poi quell’unica relazione del 1930 firmata non da un alpinista qualsiasi ma bensì da E. Fasana: “dal Lago di Pescegallo m. 1839 si entra nel vallone pietroso che si stende tra Il Ponteranica Orientale e il Monte Ponteranica Occidentale quindi si sale a destra per un canale di sfasciumi fino all’intaglio che si apre a Nord del Dentino di Ponteranica.
Di qui si attacca a destra un camino superficiale, piuttosto difficile e, dopo una quindicina di metri si entra in un ampio canale camino (noi abbiamo preferito scalare la parete esterna di quest’ultimo) che porta in vetta con divertente arrampicata”.
Tutto molto bello seppur la mia malsana idea consisteva nel partire dal Ponteranica Centrale per poi “scontornare” il Dentino di Ponteranica spingendoci fino alla vetta Occidentale scalandola dalla parete Sud ed infine scendere dalla Cima di Pescegallo per quella che s’è rivelata una traversata dal sapore pionieristico.
Insomma, SelvaggiOrobia non tradisce mai!
Per l'itinerario completo vi rimando al mio blog:
http://maurizioagazzi.blogspot.com/2018/07/ponteranica-occidentale-parete-sud.html
P.S. Caricare foto su questo sito sta diventando sempre più complicato!
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