Bambino, ho avuto la fortuna di attraversare i vasti pascoli del Linzone durante la fioritura dei narcisi. Uno spettacolo straordinario. Come straordinario è ogni singolo narciso: un lungo fragile stelo che si spinge verso l’alto e che termina con un candido fiore profumatissimo. Lassù in alto, sotto un cielo terso ma ancora con gli umidori primaverili, mi sembrava di camminare in un mondo fatato, senza fine. Un momento di bellezza perfetta.

Lo ricordo dopo aver letto quanto scrive un lettore che, attirato dall’articolo pubblicato su Orobie, era salito a Valcava. La fioritura dei narcisi era nel pieno e c’erano comitive che, invece di ammirare lo spettacolo, con vanghe e zappe saccheggiavano i prati per portarsi via i bulbi. La risposta più gentile con cui venivano accolte le sue rimostranze, era del genere “Che vuoi? Pensa per te”. Pubblicheremo prossimamente la lettera, ma ora vorrei far presente agli incivili raccoglitori che decenni, forse secoli di pascolo, grazie alla presenza di tanti animali hanno creato sulle distese di Valcava e del Linzone un ambiente unico e non più ripetibile. E’ l’humus che si è formato in questo modo a consentire tutte quelle fioriture. Ogni bulbo sottratto è una bellezza che si spegne. Non dimentichiamolo. E non dimentichiamo nemmeno che il narciso è una specie protetta e che non si può cogliere né tantomeno estirparne i bulbi. Quei vandali a Valcava saccheggiavano un patrimonio comune, di tutti noi. Ci privavano di un po’ della bellezza delle nostre montagne, uno dei pochi luoghi in Lombardia dove la natura è ancora intatta.

 Pino Capellini