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DJ3 «SEGREGATA» IN TRENTINO E IL DIBATTITO SUGLI ORSI SI RIACCENDE

22 Ottobre 2014 / 10:40
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Scritto da Redazione Orobie
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DJ3 «SEGREGATA» IN TRENTINO E IL DIBATTITO SUGLI ORSI SI RIACCENDE

22 Ottobre 2014/ 10:40
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Di Daniza, l’orsa rimasta uccisa un paio di mesi fa mentre gli agenti provinciali di Trento tentavano di catturarla, sanno tutti. Anche dei suoi due cuccioli, quelli che oggi da soli si trovano a vagare tra le montagne trentine, sanno tutti. Nessuno o quasi invece conosce la vicenda della loro «sorellastra» DJ3, un esemplare adulto che si trova in un recinto di proprietà della Provincia di Trento e che come gli altri rientra nel progetto di ripopolamento dei plantigradi portato avanti ormai da diversi anni.

A Casteller una «prigione» tra le montagne trentine

Una «prigione» di tremila metri quadri, divisa in due gabbie di ferro con un filo elettrificato, all’interno del centro forestale di Casteller, dove avrebbe dovuto finire anche la madre se non fosse accaduto ciò che è accaduto. È qui, infatti, che vengono tenuti i plantigradi considerati «problematici» e «irrecuperabili». Nei giorni scorsi la vicenda è finita on line grazie a Repubblica.it che ha rotto un silenzio lungo ormai tre anni.

La Provincia: «DJ3 è pericolosa e irrecuperabile»

Ma come mai DJ3 è stata considerata irrecuperabile e problematica?
«Fu deciso di catturarla dopo quindici tentativi di rieducazione - spiega a Repubblica Maurizio Zanin, dirigente dell’ufficio foreste e fauna della Provincia di Trento -. La trovammo più volte nel centro abitato. Razziava gli allevamenti, era un serio rischio per la popolazione. Fu presa in Val Algone, nelle Giudicarie. Fu applicato un provvedimento urgente che ordinava la rimozione dell’esemplare, pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica. Non ci sono le condizioni per liberarla. È troppo pericolosa». Dobbiamo tutelare il progetto e la salvaguardia della popolazione è un passaggio fondamentale e non eludibile". Risultato: DJ3 resterà qui fino alla morte.

La Lav: «Liberate subito quell'orso»

Un destino che naturalmente non piace agli animalisti. «Devono liberare quell’orso, subito – replica Gianluca Felicetti, presidente nazionale della Lav -. È assurdo tenerlo recluso, significa maltrattare un animale protetto, tutelato da norme europee. Rappresenta il tradimento del progetto che hanno sottoscritto». Un dibattito destinato ad accendersi, così come si era acceso in occasione dell’uccisione di Daniza.

Pro o contro il recinto? Pro o contro il reinserimento del plantigrado? Dite la vostra.