Articolo

UN TUFFO NEL CANYONING

14 Luglio 2015 / 12:36
0
0
725
Scritto da Redazione Orobie
Articolo

UN TUFFO NEL CANYONING

14 Luglio 2015/ 12:36
0
0
725
Scritto da Redazione Orobie

L’ultima moda, in fatto di sport estremi, che sta spopolando nelle nostre zone risponde al nome di Canyoning. Il Canyoning o torrentisimo consiste nella discesa di torrenti e di strette gole scavate da corsi d'acqua: armati di tutto punto i coraggiosi si tuffando nei corsi d’acqua per una scarica di adrenalina unica. Attenzione però a chi ci si rivolge per praticare quest’attività. Innanzitutto è totalmente sconsigliato il “fai da te”; questo sport richiede competenze e conoscenze specifiche che senza un adeguato corso non si possono conoscere.   In Italia l’unico professionista abilitato ad accompagnare e ad insegnare la pratica del canyoning è la Guida Alpina specializzata in questa disciplina. Tuttavia altre figure non riconosciute dalla legge offrono ai turisti escursioni e corsi di canyoning: da costoro è bene diffidare perché è in gioco la propria sicurezza e quella degli altri.

 “I materiali usati nel canyoning sono di diverso tipo – spiega Marco Heltai, presidente Commissione tecnica canyoning  -. Ci sono quelli che hanno a che vedere con l’acqua, come i calzari di neoprene e la muta che devono garantire la stabilità termica di chi li indossa: elementi fondamentali anche alla sopravvivenza, in caso di incidente, che quindi non possono essere sostituiti con materiali scadenti e di dubbia affidabilità. Poi c’è il casco, non uno qualsiasi ma omologato per la caduta dei sassi, perché siamo in montagna e può capitare. L’imbragatura specifica, che non può essere la stessa dell’arrampicata perché deve essere adeguata anche all’acqua. Poi discensori, corde che hanno una colorazione, una lunghezza e una tenuta particolare perché utilizzate in acqua.”

Per questo sport si è verificato un vero e proprio boom di seguaci e insieme a questi si è visto un aumento esponenziale anche delle guide abusive. Non fidatevi! “È importante affidarsi a un professionista formato e preparato alla pratica del canyoning – spiega Heltai -, prima di tutto per una questione di sicurezza. Affidare la propria vita a una persona che non ha le competenze per gestirla è come affidarsi a un chirurgo che non è medico.”