Confortola rinuncia al Nanga Parbat
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Intervistata in esclusiva da France Presse, l'alpinista racconta la salita al Nanga Parbat con Tomek Mackiewicz trasformatasi in tragedia. I due hanno raggiunto la vetta alle 18, già molto tardi. Per Elisabeth era il quarto tentativo , dei quali tre insieme al polacco, che era stato al Nanga per sette volte.
Mentre cominciano a scendere però Tomek accusa problemi alla vista e procede aggrappato alla sua spalla. Inizia anche ad avere difficoltà respiratorie e congelamenti. I due alpinisti si fermano per la notte in una conca a quota 7.200 metri riparata dal forte vento. Al mattino dopo Tomek sanguina dalla bocca, probabilmente colpito da un edema.
Le comunicazioni con i soccorritori avvengono a singhiozzi e la Revol riporta: "Mi è stato detto: se tu scendi a 6.000 metri puoi essere recuperata e si può recuperare Tomek a 7.200 metri. È successo in quel modo. Non è una decisione mia, ma mi è stata imposta". Invia il punto Gps della loro posizione e inizia a scendere. Ma i soccorsi non arrivano e l'alpinista francese trascorre un'altra notte all'aperto, durante la quale ha un'allucinazione e si toglie uno scarpone. A quota 6.800 metri attende l'elicottero, ne sente il rumore, ma le comunicano che non riesce a raggiungerla a causa del vento.
Elisabeth non riceve il messaggio che Denis Urubko e Adam Bielecki le stanno andando incontro, ma comincia comunque a scendere per non trascorrere un'altra notte senza riparo. Verso le 3.30 del mattino, raggiunto campo 2, l'incontro con i due alpinisti e all'indomani il viaggio in elicottero fino a Islamabad.
Ora Elisabeth Revol è in Francia nell'ospedale di Sallanches per curare i congelamenti alle mani e al piede sinistro. Vuole incontrare i figli di Tomek e - nonostante tutto - tornare in montagna.
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