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«Il morale è altissimo, teniamo duro». L’alpinista Simone Moro resta bloccato dal maltempo, nel suo tentativo di conquistare il Manaslu, ottava montagna più alta della Terra con i suoi 8.163 metri. Moro è fermo a quota 4.800 metri del campo base, ma non si perde d’animo: «Per me è la sedicesima spedizione invernale e dunque so come gestire queste situazioni al limite», dice alla redazione di Orobie, rifugiato insieme allo sherpa Pemba Gelje, alpinista molto forte ed esperto, nell’unica tenda rimasta in piedi, quella della cucina.
La mattina di lunedì 28 gennaio, dopo intere giornate di nevicate, il maltempo ha concesso una tregua. Intorno alle 13,30 lo ha riferito lo stesso alpinista a Orobie: «Ha smesso di nevicare un’ora fa e le prime nebbie si sono alzate un po’, lasciandoci vedere la valle. Domani (martedì 29 gennaio) dovrebbe essere bello e poi mercoledì pomeriggio sembrano ritornare neve e brutto».
Ha nevicato talmente tanto che in questi giorni gli alpinisti continuano a spalare per tenere sgombera la tenda cucina del campo base. Ha scritto sulla sua pagina Facebook Simone Moro, domenica 27 gennaio: «Notti movimentate e insonni. A causa della incessante nevicata, unita a una tempesta che non permette quasi di stare in piedi, abbiamo dovuto decidere di impacchettare i nostri bagagli e smontare le nostre tendine ormai sepolte e spostarci tutti all’interno della tenda cucina».
Continua il racconto Simone Moro: «La situazione è brutta e quindi dobbiamo poterci concentrare a spalare e tenere libera una tenda sola. In quattro, facendo turni senza pause, continuiamo a spalare, spalare, spalare. Sono 6 (sì, sei, cazzo!) i metri di neve caduta. A causa del vento abbiamo depositi di neve concentrati in un luogo e meno in un altro. Non ho mai visto nevicare così. Ora ha quasi smesso, ma nebbia e vento forte rimangono. E dunque non possiamo smettere di uscire e spalare ogni tanto. Si rompesse la tenda cucina saremmo davvero fottuti. Gas e benzina ci bastano per 6 giorni, il cibo per qualche giorno in più. Qui è un oceano di neve in movimento, valanghe gigantesche ovunque. Il campo base è stato saggiamente posizionato su un cocuzzolo, ventoso ma super sicuro. Karl Gabl dice che martedì e mercoledì ci sarà il sole. Teniamo le dita incrociate».
Questa sul Manaslu sarebbe la quinta prima invernale di Simone Moro, dopo Shisha Pangma (nel 2005), Makalu (2009), Gasherbrum II (2011) e Nanga Parbat (2016). L’aveva già tentata con Tamara Lunger quattro anni fa, ma erano stati ostacolati dal maltempo.
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