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In tanti hanno partecipato, giovedì 20 giugno 2019 a Bergamo, alla serata inaugurale di «Crocevia – Sentieri e autori che si incontrano». Al monastero di Astino è stato il giornalista, alpinista e scrittore Enrico Camanni a dialogare per primo con Ruggero Meles, che curerà anche i prossimi tre appuntamenti organizzati dalla rivista Orobie. Venerdì 30 agosto allo Spazio Oto Lab in via Mazzucconi 12 a Lecco con l’alpinista Nives Meroi, lunedì 16 settembre al teatro Binario 7 di via Turati 8 a Monza con Irene Borgna e, infine, venerdì 20 settembre all’auditorium Sant’Antonio in piazza Sant’Antonio 1 a Morbegno (Sondrio) con lo scrittore Paolo Cognetti.
La rassegna «Crocevia», che si tiene in collaborazione con Regione Lombardia e il patrocinio del Cai di Bergamo e dell’Unione bergamasca sezioni e sottosezioni, ha come main sponsor Italcementi Heidelberg Cement Group. Per la serata di Astino hanno dato il loro contributo la Fondazione Mia-Congregazione Misericordia Maggiore e Valle d’Astino.
Enrico Camanni, collaboratore fisso del mensile Orobie, ha raccontato la sua passione per la montagna, definendola «una febbre che ti prende: è come l’amore, capita ma non si sa il perché». Poi il legame con il Cervino, «il mio secondo padre, almeno in estate» e, più tardi, «l’emozione incomparabile della Marmolada». Un viaggio nei ricordi e nella storia personale del giornalista, alpinista e scrittore, senza dimenticare una figura per lui determinante, Luigi Carrel: «È stato tra le più grandi guide di tutti i tempi e incontrarlo ha lasciato il segno per sempre. Mi rimane impressa la sua armonia, la sua completa simbiosi con la montagna: senza fretta, senza muovere un sasso, camminava come un ermellino».
Tanti i ricordi, anche della sua carriera giornalistica come caporedattore della Rivista della montagna e fondatore-direttore del mensile Alp, oltre che del semestrale internazionale L’Alpe. E poi i tanti libri e l’impegno come presidente di Sweet mountains. «La montagna – ha detto Camanni al folto pubblico di Astino – rimane uno spazio libero anche ai nostri giorni. La sua civiltà è finita, anche se qualcuno ha resistito, vivendoci, pur lamentandosi e imprecando contro le città. Quel mondo non ci sarà più, ma è andato in crisi anche il modello che gli è subentrato, a cominciare dal turismo dello sci».
Quali ricette, quindi, per il futuro? «Ci vengono imposte – ha concluso Camanni – scelte radicali. Dobbiamo puntare sulla sostenibilità ambientale ed economica. Per la montagna il domani è rappresentato da un ripopolamento lento e di qualità. Chi ci vive lo fa per scelta, con tutte le difficoltà del caso. Il futuro è affidato ai nuovi montanari, al turismo dolce (vale a dire fatto di piccoli numeri, ma diffusi). Si punta sullo scambio di relazioni e sull’accoglienza, sui racconti personali. Con un occhio di riguardo alle attività turistiche ecocompatibili, a cominciare dall’escursionismo. Con un’agricoltura pulita, non intensiva. Credo molto nelle nuove generazioni, perché i ragazzi hanno molta voglia di cambiare».
Guarda le video interviste della serata realizzate dal direttore di Orobie Paolo Confalonieri: "Crocevia", incontro con Enrico Camanni.
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