A Castro e Lovere gli ulivi ripopolano i terrazzamenti che rischiavano il degrado. Grazie al progetto Pons Terraneus sono state messe a dimora 600 piante. 

Il paesaggio del lago d'Iseo è stato storicamente legato alle coltivazioni in terrazzamenti, ma negli ultimi decenni questa pratica è stata progressivamente abbandonata, creando ampie zone degradate e lo sfaldarsi del tessuto sociale della comunità contadina. 

Grazie al progetto Pons Terraneus - Ponti di terra tra comunità locali per il ritorno degli olivi nell'alto Sebino, sono tornati a rivivere 30.000 mq di terreni a Castro e a Lovere, sui quali sono stati piantati 600 ulivi.

L'iniziativa è stata resa possibile dal contributo di Fondazione Cariplo e il partenariato locale che ha visto coinvolti: Cooperativa Piccolo Sentiero (capofila), Comune di Lovere, Comune di Castro, Legambiente Lombardia e Legambiente di Castro.

Ha avuto l'obiettivo primario di accrescere la resilienza delle comunità a monte del Sebino e la loro capacità di affrontare i fattori di rischio ambientali e sociali del territorio legati all'abbandono della terra; e insieme restituire il ruolo culturale ed economico storicamente ricoperto dalla coltivazione dell'olivo. Sono molti, infatti, i proprietari che hanno chiesto la collaborazione per rigenerare i propri terreni e salvaguardare i terrazzamenti.

I terreni sono stati ripuliti e messi in sicurezza, in alcuni casi - come la Gola del Tinazzo - sottratti dall'avanzare del bosco. Sono stati ricostruiti i tipici muri a secco e avviati interventi di manutenzione continua delle aree interessate. Questo ha rappresentato anche un'opportunità di lavoro per sei persone svantaggiate e nel progetto sono stati coinvolti attivamente anche i ragazzi delle scuole.

 I risultati di Pons Terraneus sono stati presentati in un incontro alla Casa del Parco della Gola del Tinazzo a Castro: riqualificazione paesaggistica, recupero di un'identità economico-sociale di queste comunità; ed è tempo di gustare la prima produzione di olio.