Articolo

Champagne e Napoleone
Binomio della "grandeur"

30 Novembre 2019 / 13:18
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Champagne e Napoleone
Binomio della "grandeur"

30 Novembre 2019/ 13:18
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Champagne e Napoleone sono fra i simboli più famosi della “grandeur” francese. Uniti, poi, sono il “non plus ultra”. Ed è anche per questo che lo Champagne Napoléon riceve certamente un traino non di poco conto da un nome così universalmente conosciuto. Ma, ovviamente, non basta il nome. E l’apprezzamento dei degustatori alla serata promossa all’enobistrò Al Carroponte di Bergamo è andato alla sostanza più che al nome. “Mineralità”, “freschezza”, “acidità”, “struttura”, questi i termini più usati nella presentazione e anche nei giudizi degli appassionati.

La presentazione

Il prodotto - presentato da Sébastien Petiteaux direttore commerciale di Napoléon, da Michele Jahr, importatore in esclusiva dello stesso, che ha dato l’esclusiva per Bergamo a Giuseppe Taccolini e al direttore del “Carroponte” Oscar Mazzoleni  - non è del resto nuovo a Bergamo, come ha detto Mazzoleni ricordando l’indimenticabile Beppi Bellavita, fondatore de La Fenice e famoso per aver fatto conoscere a Bergamo Pata negra, Champagne, Cava e altri prodotti di alta qualità: “Ho questi prodotti nel cuore da 10 anni, da quando io e Beppi Bellavita li importavamo insieme. Amo la loro acidità e la grande struttura, che sono le caratteristiche distintive. Sono orgoglioso di poterli condividere e felice di proporli nella mia carta dei vini, nella quale saranno a breve presenti anche gli Oenothèque, ovvero gli speciali millesimati realizzati da Napoléon più di vent’anni fa” (foto Melillo). Per il tasting Oscar Mazzoleni ha studiato con il suo staff un menù di pesce e di carne allo scopo di esaltare le peculiarità delle etichette: il Tradition Brut (50% Chardonnay, 50% Pinot noir), il Rosé (45% Chardonnay, 55% Pinot noir), il Blanc de Blancs (100% Chardonnay), il Millésimé 2006 (50% Chardonnay, 50% Pinot noir).

Quasi 200 anni di storia

Lo Champagne Napoléon ha quasi 200 anni di storia alle spalle: la produzione è stata avviata nel 1825, quattro anni dopo il 1821, anno di morte dell’Imperatore celebrato da Alessandro Manzoni nella sua celeberrima ode “Il cinque maggio”. Lo Champagne proviene dalle uve Chardonnay della Côte des blancs e Pinot Noir delle colline di Reims. Nel 1907 su consiglio dell'importatore Russo, la Maison Ch. & A. Prieur registra il marchio Napoléon e inizia a vendere lo Champagne di famiglia con questo prestigioso nome. “L'elaborazione dello champagne – spiega la Maison - è un processo di lavorazione lungo e delicato: selezione delle uve al momento della vendemmia e della pressatura; selezione dei blend creati dal team di enologia in modo da mantenere lo stile dello Champagne Napoléon; fermentazione malo lattica. Tra il 40 e il 50% dei vini di riserva sono utilizzati per ottenere lo stile di Napoléon anno dopo anno, il tasso medio in Champagne è tra il 25 e il 30%. L'invecchiamento è compreso tra 4 e 5 anni per il non millesimato e tra i 12 e 14 anni per il millesimato. Un lungo periodo di tempo sui lieviti aggiunge complessità, quindi maturità, e una grande ricchezza di aromi ai vini”.

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