Itinerario E

Insieme al gruppo Fab in Val Cerviera

  • Escursionismo
  • 5 ore
15 Settembre 2017 / 10:45
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4262
Scritto da Redazione Orobie
Itinerario

Insieme al gruppo Fab in Val Cerviera

15 Settembre 2017/ 10:45
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Scritto da Redazione Orobie
Itinerario

Insieme al gruppo Fab in Val Cerviera

15 Settembre 2017/ 10:45
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Scritto da Redazione Orobie

Il percorso

La nostra meta è la Val Cerviera, in alta Valle Seriana (Bergamo), fra cascate e torbiere. Ci accompagna alla scoperta di questo angolo di Orobie il gruppo Fab-Flora alpina bergamasca, con l'itinerario di uno dei "30 luoghi verdi del cuore", raccolti in una guida in occasione dei 30 anni del sodalizio.

Annunciata da una spumeggiante cascata, la Val Cerviera inizia bruscamente, con una salita ripida anche se breve. Già nel tratto iniziale, se l’attenzione non viene distratta dalla fatica, fra gli arbusti e le rocce è facile scorgere due specie floreali decisamente rare sulle Orobie; se gli argentei cespugli del salice elvetico possono passare inosservati, gli splendidi fior blu dell’aquilegia alpina si fanno sempre notare. 

Vinta la salita, con l’indistinta sensazione di accedere a un luogo felicemente appartato, si sbocca in un lungo pianoro detritico, fiancheggiato da ripidi versanti e sbarrato da un’alta soglia rocciosa incisa da una bella cascata; al di sopra la valle si allarga inaspettatamente in una vastissima spianata ondulata, dove la vista spazia libera e appagata, attirata dall’incombente Recastello e dalla lontana cima del pizzo Tre Confini, punto culminante di un vasto circo innevato anche a stagione inoltrata; l’ampiezza del paesaggio e il senso di isolamento sono tali da conquistare. 

Sul versante opposto, una serie di morbide alture nasconde un articolato complesso di laghi, pozze, acquitrini e torbiere, sovrastato dal più docile Cimone; dai dossi che precedono i laghi la vista sulla valle è amplissima, spaziando senza alcun ostacolo su entrambi i versanti.

Le specie che si incontrano sono numerose e prevalentemente acidofile, ma essendo la valle scavata nelle rocce debolmente carbonatiche del Collio non mancano quelle moderatamente calcofile. Nel tratto detritico intermedio, oltre al vistoso papavero retico, si segnalano la rara adenostile a foglie bianche, il doronico dei macereti e l’endemica viola di Comolli. Attorno ai laghi e nelle torbiere crescono numerosi carici ed eriofori, oltre alla pinguicola comune e alla sassifraga stellata. Più in alto, sui macereti del Cimone, fioriscono il ranuncolo dei ghiacciai, con fiori candidi che si arrossano prima di appassire, l’androsace alpina e la sassifraga a foglie opposte. A neve appena disciolta, sui dossi fra i laghi, solo gli escursionisti più precoci possono osservare la magnifica pulsatilla primaverile.

Questo itinerario non presenta particolari difficoltà, ma essendo relativamente lungo e faticoso può essere conveniente compierlo in due giornate, prevedendo un pernottamento al rifugio Curò. Dal rifugio (1.895 m) si costeggia il bacino del Barbellino fino a incontrare il torrente della Val Cerviera, con la sua bella cascata. Si svolta a destra sul sentiero 321 che prende rapidamente quota e sbuca in un lungo tratto quasi pianeggiante; si attraversa il torrente e si sale in diagonale sul versante detritico puntando verso il marcato gradino roccioso che sbarra la valle, da cui precipita un’alta cascata. Facendo attenzione ad alcuni passaggi un po’ scivolosi, superata la soglia rocciosa, si arriva a un vastissimo pianoro ondulato da cui, puntando a destra e con una facile salita, si giunge in breve ai laghi (2.320 m). 

Chi dispone ancora di sufficienti energie può spingersi più in alto, sui macereti del Monte Cimone, sempre interessanti. Si ritorna lungo il sentiero seguito in salita. La Val Cerviera è percorsa dalla parte iniziale del “Sentiero naturalistico Antonio Curò”, un tracciato abbastanza lungo e per escursionisti esperti, che arriva al passo del Vivione e richiede un pernottamento al rifugio Tagliaferri.

Il periodo consigliato per compiere questa escursione va da luglio ad agosto.