Al rifugio Elisa in inverno
Il percorso
Un itinerario che porta a uno dei "Rifugi d'inverno" di Orobie.
Se ne sta a 1.515 metri di quota, in un luogo aspro e difficile a cavallo delle Grigne, nel Lecchese, proprio per questo vero e passionale. È il rifugio Elisa, al quale la rivista Orobie di dicembre 2022 dedica il reportage «Il baluardo», con i testi di Roberto Vitali e le fotografie di Paolo Ortelli.
La struttura del Cai di Mandello del Lario è gestita dalla violinista Elena Cosmo, originaria di Desio (Monza Brianza). E, grazie agli ultimi lavori, un punto di riferimento anche per la stagione fredda.
Ecco l’itinerario per raggiungerlo. Giunti a Mandello del Lario, versante lecchese del lago di Como, si sale verso la frazione Rongio (354 metri di quota), dove si lascia l’auto in un ampio parcheggio adiacente al campo sportivo.
Messi gli scarponi e preparato lo zaino si prosegue verso la chiesetta di Sant’Antonio da Padova, del 17° secolo, che campeggia in mezzo a uno sparuto gruppo di case. C’è anche un piccolo bar e lì inizia il sentiero 14 che sale in uno scenario maestoso tra boschi e alte pareti rocciose. L’attacco è una bella mulattiera dal pendio dolce che si percorre in circa 10 minuti, lasciandosi alle spalle alcune cascine e un ponticello che conduce in valle Meria.
Il sentiero prosegue sul lato sinistro del torrente omonimo e, dopo aver superato un secondo ponte in località Ponte Ferro (450 metri), comincia la salita vera e propria che non darà tregua fino al rifugio Elisa. Un percorso non impegnativo dal punto di vista tecnico, ma piuttosto ripido, che necessita una buona condizione fisica. Dopo circa 40 minuti di cammino arriviamo alla grande Grotta dell’Acqua Bianca, o Ferrera (609 metri), dove si possono riempire le borracce e dissetarsi alla sorgente.
Si prosegue poi ancora in salita per circa un’ora e mezza lungo il sentiero fatto di continue ripide rampe a gradoni che attraversa fitti boschi, ma si apre anche ad alcuni inaspettati scorci panoramici sulle Grigne e sul Lario.
Osservando con attenzione la cresta occidentale della Grignetta si intravede la minuta sagoma del rifugio Rosalba. Giunti a metà percorso si inizia anche a distinguere in alto, appoggiata a un costone, la nostra meta, il rifugio Elisa.
Dopo due ore di cammino il sentiero si spiana, ma soltanto per 600 metri, perché poi riprende a salire deciso. Ancora mezz’ora e si arriva nei pressi della baita dell’Ares (1.340 metri), dove si può fiatare un attimo e gustarsi il bel panorama per poi affrontare l’ultima parte del sentiero.
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