Itinerario T

Cornabusa: fede, natura e relax

  • Escursionismo
  • 1 ore 45 minuti
12 Aprile 2024 / 20:15
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Scritto da Redazione Orobie
Itinerario

Cornabusa: fede, natura e relax

12 Aprile 2024/ 20:15
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Itinerario

Cornabusa: fede, natura e relax

12 Aprile 2024/ 20:15
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Scritto da Redazione Orobie

Il percorso

È una delle mete più frequentate dai fedeli, ma anche dagli escursionisti. Il santuario della Madonna della Cornabusa, in Valle Imagna - a Cepino, frazione di Sant’Omobono Terme - unisce infatti spiritualità e un ambiente naturale di grande fascino dominato dall’inconfondibile mole del Resegone.

La nostra app Orobie active propone in questa zona una facile escursione che è l’ideale per la primavera

Si parte da Costa Valle Imagna, da dove, lasciando l’auto nel centro, si affronta un bel percorso tutto in discesa che porta al santuario della Cornabusa. Dalle chiesa di Costa Valle Imagna si inizia a scendere lungo la mulattiera che conduce a Selino basso

Dopo aver incontrato la località Rale, ci si addentra in un bel bosco di faggi dove il sentiero, ben tenuto e facile da percorrere, ci accompagna, con tornanti dolci, lungo le pendici nord del monte Canto. Si giunge così a Ca’ Mazzoleni. Un tempo dimora nobiliare, il borgo è la prova tangibile di come, fino all’Ottocento, il monte Canto fosse interamente coltivato e abitato. In particolare, rappresentava la dimora estiva dei proprietari terrieri e tuttora è caratterizzato dalla presenza di una villa padronale con stanze affrescate con motivi settecenteschi, ma anche di una piccola cappella privata e di una porzione di cascinale adibita ai lavori agricoli. Purtroppo si tratta di un complesso completamente abbandonato e non accessibile. 

A questo punto, il nostro percorso segue per un breve tratto la strada asfaltata che scende verso Cepino, per poi svoltare a sinistra e imboccare il Sentiero della grotta.

 L’ultimo tratto, pianeggiante e facile da percorrere, ci porta direttamente alla grotta del santuario della Cornabusa lungo la dorsale del monte Albenza, a 658 metri sul livello del mare. I fedeli non mancano mai e la devozione è una costante ormai da oltre cinque secoli. Le origini del luogo risalgono ai tempi delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, tra il 1350 e il 1440, quando alcuni abitanti, per sfuggire ai tumulti, si nascosero in una «corna busa» che nel dialetto locale significa cavità naturale. Qui una donna anziana molto religiosa avrebbe portato con sé la statua della Madonna Addolorata, alla quale il gruppo di rifugiati avrebbe rivolto le proprie invocazioni. 

La devozione accrebbe in seguito al primo miracolo, quando una pastorella sordo-muta, rifugiatasi nella grotta con il suo gregge per sfuggire a un temporale, fu attratta dall’effigie della Madonna, e inginocchiatasi a pregare, sentì la sua voce. Si arrivò così nel Cinquecento alla costruzione del santuario dedicato alla Madonna della Grotta, che in seguito divenne Madonna della Cornabusa

L'itinerario è lungo 4,1 chilometri e richiede 1,45 ore.