Anello Monte Zucco – Pizzo Cerro da S. Antonio Abbandonato il 13 febbraio 2019

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Bell’anello sui monti di casa per la seconda volta!

PERCORSO

Dufficoltà: per E, con scarponi invernali e ramponi o ramponcini nello zaino in caso di neve ghiacciata

Distanza: 14,48 Km x Wikiloc, 13,28 Km x OruxMaps

Dislivello: positivo 882 m, negativo -892

Tempi: complessive oltre 5 ore

Appoggi ai Rf. GESP e I Lupi, se aperti (solo nel fine settimana e non sermpre)

S. Antonio Abbandonato (987 m) > Sentiero 505 > Rifugio Monte Zucco (G.E.S.P) ai Foppi (1150 m) > Monte Zucco (1232 m) > Sent. 506, sentiero per Passo Crosnello - Roccolo Spadì – Rif. I Lupi (1270 m) – Pizzo Cerro (1285 m) > Sentiero 595 – Catremerio (988 m) > S. Antonio Abbandonato

Rifaccio ancora in solitaria l’anello fatto tre anni fa, l’11 febbraio 2016

Sono sui monti di casa per l’anello Monte Zucco – Pizzo Cerro da S. Antonio Abbandonato, cime salite più volte, ma separatamente.

Bella giornata di sole mercoledì 13 febbraio 2019 con temperature invernali, ma non fredde, buona, anzi ottima visibilità per leggero vento da nord, nord-ovest.

Raggiunto da Zogno S. Antonio Abbandonato (987 m), percorrendo la comoda strada asfaltata, lascio l’auto nel parcheggio, da dove imbocco sulla destra il sentiero 505 in direzione Rifugio Monte Zucco ai Foppi – Monte Zucco.

Bello il sentiero-mulattiera CAI 505, ben tenuto e con segnaletica da poco rinnovata, che corre tra boschi di prevalenti faggi e carpini neri, alternati a radure prative con casolari sparsi, ma oggi in alcuni tratti il fondo è ghiacciato e devo camminare ai margini sulla neve dura se pur, dove comunque non si scivola.

Uscendo dal sentiero salgo anche su un dosso della costiera verso lo Zucco a vedere bei roccoli.

Raggiungo, sempre facendo attenzione ad evitare di camminare sui tratti ghiacciati, la località Foppi , dove sorge il Rif. Monte Zucco del G.E.S.P. (Gruppo Escursionisti San Pellegrino), 1150 m - una delle mete preferite dagli abitanti dei paesi vicini, che provengono da Zogno, da S. Pellegrino Terme o Brembilla - da dove, calpestando la neve ai lati del sentiero a tratti col fondo ghiacciato, , proseguo in falsopiano tra pittoresche radure prative.

Al bivio d’incontro col sentiero che sale da San Pellegrino, salgo a dx in decisa salita, calzando i ramponcini in zona d’ombra con neve ghiacciata nell’ultimo tratto.

Raggiungo in breve la vetta del Monte Zucco (1232 m) dove sorge una croce di ferro di circa venti metri, progettata dall’arch.Alberto Fumagalli, realizzata con molta abilità dai Soci del G.E.S.P., utilizzando pezzi di traliccio elettrico.

Accanto alla croce è costruita, sempre dai Soci del GESP, una cappella in cemento con vetri di Murano a ricordo dei Sacerdoti di S. Pellegrino, mons. Lorenzo Dossi e don Giuseppe Falconi. Col cielo terso e buona visibilità, è spettacolare il panorama di vetta sulla sottostante, a picco, S. Pellegrino Terme e verso S. Giovanni Bianco, la media Valle Brembana e verso le Orobie innevate. Consumo il pranzetto di vetta sulle panchine in cemento accanto alla Baita Monte Zucco (vecchio Rif. GESP), godendomi il sole e il panorama.Dopo sosta prolungata in vetta al Monte Zucco nel primo pomeriggio scendo al Rif. Monte Zucco ai Foppi (1150 m), dove, poco oltre, al bivio, continuo nell’anello programmato, lasciando a sx il sent. 505 per prendere a dx il sentiero 506 in direzione Passo Crosnello e Pizzo Cerro.

Sentiero che percorro per la seconda volta, che si rivela piuttosto lungo. Impegnandomi quasi o di due ore. Dopo un breve tratto in falsopiano, il sentiero, ricoperto da alcuni cm di neve, prosegue in traverso in decisa salita-discesa i versanti dei monti Zuccone (1262 m) e Corno dell’Arco (1268 m), per continuare, sempre in salite e discese, traversi e falsopiani, tra boschi di prevalenti faggi anche secolari, che sembra non finisca mai, fino ad abbassarsi sopra Catremerio.

Risalito al Passo del Crosnello (1113 m), dove sorge una caratteristica antica 'Tribulina', anziché percorrere il sentiero segnato, imbocco a dx la variante dei ‘Roccoli’ che si snoda tra spettacolari faggete passando per ben quattro bei roccoli ('Ol Rocol de la Tribülina, Ol Ruculì, Ol Ruculù, , Ol Rocol di Spadì').

Nella traversata ammiro un vero giardino di arte botanica nelle splendide strutture 'architettoniche' delle piante che attorniano i roccoli. Superato l'ultimo roccolo, il più bello, quello degli Spadì, ripreso il normale sentiero 595, raggiunto il colletto soprastante, imboccando il sentiero di sinistra raggiungo il Rif. ‘I Lupi’ (di Brembilla, 1250 m circa) e sono ben presto alla vetta del Pizzo Cerro (1285 m), sulla cui panoramica cima sorge una bellissima cappelletta dedicata alla Madonna.

Intanto il cielo imbrunisce e, dopo numerosi scatti fotografici, mi incammino sulla via del ritorno, scendendo di buon passo, agganciando al bivio il sentiero 595 e ,passando al Roccolo di Spadì., mi abbasso a Catremerio (988 m).

Catremerio, splendido borgo rurale antico di montagna, adagiato tra verdi pascoli e folti boschi, sulle pendici del Monte Cerro, ricco di storia, gode di una pozizione invidiabile e soprattutto di una singolare architettura rustica delle sue due contrade, “Catremer di là, dei Balos (furbi), e, oltre la Chiesa, Catremer di qua, di Sgarbui (avvocati).

Da Catremerio rientro a S. Antonio Abbandonato seguendo la strada asfaltata per circa 10’ e per il resto su gentile passaggio in auto offerto da signora di Brembilla.

Durante il percorso posso ammirare un bel tramonto col sole che si abbassa sulla cresta del Linzone-Tesoro-Ocone-Resegone,

Un bell’anello, complice la bella giornata che mi ha regalato per la seconda volta splendidi panorami sui monti sopra casa.

Commenti

Mario Castelli 5 anni, 2 mesi

belli i roccoli mantenuti ancora con l'aspetto originale,alcuni con capanno per uso caccia;complimenti ai proprietari per l'appassionato impegno a mantenerli.

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