20.02.2023 Pizzo Camino salita dal canale NW e discesa dal canale N

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A novembre ero stato per la prima volta in Val di Scalve e sulla via del ritorno, al tramonto, avevo visto un bellissimo gruppo di montagne dolomitiche, a me ignote. Tornato a casa, dopo qualche ricerca trovo che si tratta del gruppo del Pizzo Camino, di cui fanno parte anche il monte Sossino e la cima Moren.

Tre mesi dopo, è giunto il momento. Ci siamo studiati svariate relazioni, spesso discordanti tra loro per nomi e difficoltà, e l'intenzione è di salire dal canale a destra della normale.

Sveglia alle 4, viaggio interminabile, poi finalmente partiamo da Schilpario alle 7.30. Il percorso inizia con una mulattiera (sentiero 423) in cemento abbastanza pendente all'ombra di un bel bosco. Il fondo è ghiacciato in alcuni tratti. Dopo un'ora si sbuca all'aperto, inizia la neve e arriviamo alla malga Voia, dove si incrocia il sentiero 419, non battuto. Proseguiamo dritto a fianco di un bel torrente innevato e arriviamo a una bellissima piana da cui possiamo ammirare tutto il gruppo di monti dal Sossino al Camino. Saliamo fino al passo di Cornabusa (1940m) e giunti qui il paesaggio si apre in direzione della Presolana e mostrandoci una parte del versante da cui attaccheremo il pizzo Camino. Si vedono i nostri due canali e la cresta che li separa.

Prima di prendere il sentiero che porta al vallone di salita, saliamo sulla destra alla Corna Busa, una formazione di roccia con una galleria alla sua base, da cui si gode una vista spettacolare, Aggirandola sulla destra troviamo il modo di salirvi in cima. Qui si trova una croce e vediamo il sole spuntare alle spalle del pizzo Camino. Stupendo.

Torniamo al passo di Corna Busa e scendiamo lungo il sentiero poco innevato che copre un ghiaione (attenzione a dove si mettono i piedi). Calziamo i ramponi e iniziamo a trovare neve più abbondante, a volte sfondosa. Cerchiamo una traccia decente spostandoci sul lato sinistro, incontriamo poi un gruppo di tre alpinisti che stanno già scendendo e a cui chiediamo informazioni.

Finalmente sulla destra vediamo il nostro canale. All'inizio siamo un po' titubanti, perché non è tracciato in modo evidente. Vado per primo, qui la neve è buona, cerco di seguire qualche impronta coperta dal vento, e con le due piccozze si arriva comunque senza difficoltà all'uscita del canale. La vista si apre verso la Valcamonica e il lago di Lova e tante montagne tra le nebbie all'orizzonte.

La cresta è sulla sinistra e scorgiamo in basso a destra un bollo blu che ci indica la direzione. Questo è il punto più delicato del percorso, molto esposto ma con delle ottime prese per le mani (anche se saggio sempre con prudenza ogni singolo sasso perché spesso le rocce non tengono). Dopo una decina di metri le cose fanno più tranquille, saliamo il pendiamo aiutandoci con mani e piccozze e ritroviamo i bolli biancorossi della via normale. Qui finisce il pezzo di cresta e percorriamo il tratto finale che ci porta alla cima. Siamo soli in vetta a goderci un paesaggio sterminato e incredibilmente bello, che mi ricorda tanto le Grigne. Le foto parlano da sole.

Ci concediamo una lunga sosta per mangiare e fare foto, ci raggiunge qualche altra persona, e iniziamo la discesa prendendo il canale della normale. E' mezzogiorno, Il canale è perfettamente scalinato e ancora in ombra per cui la discesa è molto semplice. Giunti al termine del canale, le condizioni della neve cambiano drasticamente e da qui inizia una faticosa discesa sfondando ad ogni passo.

Torniamo al passo di Corna Busa, breve spuntino e poi a passo spedito torniamo verso Schilpario facendo attenzione al sentiero ghiacciato, e dove celebriamo con un colorato aperitivo con frittelle di mela all'Alpen Chalet.