Cimone di Margno da Premana

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Lasciata l'auto al solito parcheggio in via Giabbio a Premana mi incammino verso il ponte e prendo le indicazioni per il piz d'Alben, raggiunto l'alpeggio Lavinol svolto a destra e superato un altro ponte inizia una salita piuttosto ripida lungo un antica mulattiera e molti zig-zag che mi portano ad uno dei tanti alpeggi della valle, da qui Premana appare in tutta la sua particolarità, aggrappata alla montagna. Proseguo dritto fino a raggiungere una strada, qui mi dirigo a sinistra e proseguo lungo la strada fio ad incrociare una strada secondaria a destra che sale fino all'alpe Paglio. La salita è piuttosto lunga e la pendenza sale sempre di più. La strada sbuca all'Alpe Paglio poco sotto il parcheggio dove, una volta, partivano gli impianti. Da qui risalgo seguendo la "pista", altro punto piuttosto ripido. Raggiungo Cima del laghetto (1733 mt.) proprio nel momento in cui inizia un forte vento che mi accompagna fino alla cima del cimone. Proseguo dritto e dopo un momento di piano risalgo l'ultimo tratto fino a Cimone del Margno. Qui la vista è sorprendente, se il cielo vuole potrete vedere gli appennini e il monte Rosa, oltre alle alpi retiche e il lago di Lecco sotto di voi. Riparto e seguendo il sentiero di cresta raggiungo il Cantone grande, scendo e attraverso la strada che porta al rifugio Ombrega o in Val Biandino. Risalgo la montagna di fronte a me che porta alla Cima d'Olino. Altro punto panoramico. Da qui scendo verso la bocchetta di Olino.

La discesa si rivela più complicata di quanto pensavo, piuttosto ripida e la presenza di ghiaccio certo non aiuta. Raggiunto la bocchetta proseguo lungo la strada fino a raggiungere i cartelli che mi indicano il rifugio Ombrega. Qui decido di mettere i ramponcini, la strada che porta al rifugio è una lastra di ghiaccio. Raggiunto il rifugio proseguo dritto e per un tratto i ramponcini si rivelano indispensabili.

Come sempre la discesa diventa un piccolo "incubo", il tratto che mi riporta a Premana, passando per l'Alpe Sasso dirotto si rivela molto più lungo di quanto pensassi, il sottobosco ricoperto di foglie rende la discesa più complicata, praticamente non vedo dove cammino ! Alla fine mi ricongiungo alla strada che scende dal rifugio Ariaal, in sequenza raggiungo Dalbèn, Zuk di Toor, Porscìil e di nuovo Lavinol. Adesso devo solo attraversare il ponte e mi ritrovo al parcheggio.