Il 25 aprile 2015 il Nepal visse la prima delle due grandi scosse di terremoto che uccisero migliaia di persone, distrussero costruzioni di ogni sorta e crearono una situazione di emergenza che ancora oggi non si è risolta completamente.

Quel giorno Marco Confortola si trovava al campo base del Dhaulagiri e, sulla via del ritorno verso l'Italia, poté constatare in prima persona la drammatica situazione del paese asiatico. Da un paio di mesi lo stesso alpinista valtellinese si trova in Nepal insieme al compagno di spedizione Marco Camandona, nel tentativo di raggiungere, senza ossigeno, gli 8.462 metri della vetta del Makalu. Per la precisione, i due si trovano oggi al campo 2, situato a 7500 metri, per completare il processo di acclimatamento in vista dell'attacco alla cima, previsto per settimana prossima. 

Confortola, che insieme all'associazione "Finale for Nepal" e "Bosch-Allenarsi per il futuro" ha raccolto 50mila euro destinati alla ricostruzione di due scuole, può dunque fare un raffronto tra la situazione di oggi e quella di un anno fa. E, purtroppo, ad oggi ci sono ancora molti villaggi e zone piene di macerie, dove le persone ancora sono intente a scavare alla ricerca di oggetti. Si stima che siano circa 300mila le persone che vivono tuttora in condizioni precarie nelle valli più isolate e ardue da raggiungere per i soccorsi. Vi è inoltre il problema degli orfani, che necessitano di una sistemazione e di un'istruzione.

Confortola, tramite le due associazioni già citate, e Camandona, che ha aperto in questi giorni una casa famiglia insieme alla Onlus Sanonani (“Piccolo Bambino” in nepalese), stanno già facendo tutto il possibile. Ma, di certo, serve altro aiuto. 

Per chi volesse avere informazioni sulle iniziative portate avanti dai due alpinisti, visitare www.finalefornepal.org, la pagina Facebook "Allenarsi per il futuro" e www.sanonani.house.