Arti e laboratori nei boschi delle Orobie
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In vista di Save the mountains in programma il 7 luglio sulle Orobie bergamasche, i promotori - Cai di Bergamo, sezione Alpini bergamasca, Provincia e Osservatorio per le montagne bergamasche - hanno elaborato quattro carte di sostenibilità che guideranno la manifestazione. Al loro interno si specificano quali sono i comportamenti sostenibili da tenere in differenti occasioni: in montagna, nell'agricoltura, sulla tavola di montagna e nella raccolta differenziata. È stata anche promossa una collaborazione con Rete Clima, ente no profit che supporta le aziende in percorsi di decarbonizzazione e che è già in campo per individuare gli interventi di compensazione da realizzare per rendere la manifestazione del 7 luglio a «impronta zero».
Abbandonata la proposta di ottenere una certificazione del Guinnes dei primati, l'accento è sulla sensibilizzazione alla frequentazione della montagna e del farlo in modo sostenibile.
Il progetto pone in primo piano i rifugi delle Orobie, fondamentali presidi di montagna e sempre più sensibili alle questioni ambientali. Il 7 luglio Save the mountains invita a recarsi ai rifugi Alpe Corte Bassa, Angelo Gherardi, Antonio Curò e Ostello, Antonio Baroni al Brunone, Carlo Medici ai Cassinelli, Cesare Benigni, Fratelli Calvi, Fratelli Longo, Laghi Gemelli, Leonida Magnolini, Luigi Albani, Marco Balicco, Mario Merelli al Coca, Nani Tagliaferri, Resegone e Rino Olmo; ma anche alle strutture private che si trovano sulla Prealpi bergamasche. Hanno già dato la loro adesione il Cà San Marco 2000, il Barbellino e il Capanna 2000. Nei rifugi sarà possibile sottoscrivere le carte e un libro della sostenibilità rimarrà poi per tutta la stagione per raccogliere commenti e proposte.
Per partecipare alla giornata del 7 luglio è necessario iscriversi attraverso la piattaforma eppen.ecodibergamo.it/savethemountains. I fondi raccolti andranno a finanziare progetti di start up o di imprese di giovani che credono e investono le proprie energie in attività innovative e in montagna. Si tratta della «sostenibilità generazionale», che vuole lasciare un segno concreto legato al progetto di educazione e sostenibilità Save the mountains.
A sostegno di Save the mountains anche il Cai della Lombardia, ma il progetto incassa la posizione critica del Cai alpino accademico e una petizione su Change.org, che in pochi giorni ha raccolto oltre 2.900 firme. Ne sono promotori Riccardo Paravisi, Ivo Ferrari e Maurizio Agazzi che chiedono il boicottaggio della manifestazione, definita puramente commerciale.
«Portare 10.000 persone contemporaneamente in montagna non è sostenibile - spiegano -. Queste iniziative "one spot" sono quanto di più lontano si possa fare per promuovere la cultura della montagna e pertanto vanno con forza combattute da coloro che hanno veramente a cuore la conservazione dell'ambiente alpino e la tutela della flora e della fauna che qui vi risiede».
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