Joëlette per scoprire il Parco Orobie Va...
Il territorio del Parco ancora più accessibile per le persone con disabilità. Consegnate nei giorni scorsi joëlette e sedie a rotelle. Sono passati ...
Un po’ come aprire un libro intonso. O spacchettarne uno che ti regalano. C’è sempre un pizzico di attesa, quasi di trepidazione. Ai nativi digitali, forse non capita. Ma non è detto. E questo mese l’aspettativa è pure doppia. A quella consueta, si somma infatti quella di ritrovarsi tra le mani il primo numero di Orobie a cui hai lavorato dopo una lunga assenza dalla redazione. E nel quale hai cercato di metterci tutta la passione e quegli «ingredienti» che, nel tempo, hai imparato ad apprezzare anche e soprattutto da chi ti ha preceduto. Belle immagini, la montagna nella sua essenzialità e la curiosità di scoprire ciò che il territorio offre anche nelle pieghe più nascoste.
Eccolo dunque il numero di Orobie di febbraio. Il filo conduttore è soprattutto quello fotografico. Un filo che, come spesso capita, ti porta a nuovi incontri. Quello con Federico Raiser - tra i fotografi di montagna più apprezzati e autore, assieme ad Alessandro Gogna e Marco Milani, dei volumi di «Priuli e Verlucca» dedicati ai «Grandi spazi delle Alpi» - è certamente speciale.
Ad avvicinarlo a Orobie, oltre alla passione per i reportage, anche e soprattutto un modo di vivere le terre alte che è comune a molti suoi lettori: «Per me - racconta – andare in montagna non è una fuga. Non è l’ansia di una performance o di un risultato alpinistico, ma un’esplorazione della natura in cui riesco a sentirmi libero».
Sicuramente questo senso di libertà Raiser l’ha respirato in Val di Mello, dove ha realizzato il primo dei due reportage pubblicati in questo numero, ispirandosi ai grandi colleghi del passato: da Vittorio Sella ad Anselm Adams. Il risultato è un portfolio in bianco e nero che restituisce per intero la bellezza di questo angolo della provincia di Sondrio dove il granito è protagonista con le sue aspre architetture.
Anche il secondo servizio - dedicato ai Corni di Canzo – offre grandi immagini, questa volta a colori, un approccio più tradizionale, capace però di restituire lo stesso senso di libertà. I tre torrioni di Canzo sono legati alla narrazione popolare che cala demoni e angeli nella prorompente natura di questo angolo del lago di Como. In più c’è la neve.
Neve che ritroviamo anche nel servizio dedicato all’Arera, realizzato da Luca Merisio. Un'escursione con le pelli di foca con due alternative: una sgambata fino a Capanna 2000 o la più impegnativa salita ai 2.521 metri della vetta. Consulta l'itinerario
E alla Cima Vignone in Valtellina grazie alle immagini di Roberto Ganassa. Salita dall'alpe Granda per godere di panoramici unici sulle Orobie e poi la discesa, durante la quale sembra di volare sulla valle. Trovi qui l'itinerario
Luca Merisio e Roberto Ganassa ci raccontano i loro itinerari in questa puntata di Orobie Extra mentre con Maurizio Panseri parliamo di scialpinismo e cambiamenti climatici.
Poi ci sono i tesori nascosti, quelli che ritrovi solo se ti insinui tra le pieghe del territorio. A febbraio sono due, entrambi in Bergamasca e firmati da Marco Mazzoleni. Ad Almenno San Salvatore scopriamo il pulpito romanico della Madonna del Castello. Il santuario vive a febbraio giorni di festa della ricorrenza della Candelora.
E la scarola dei colli di Bergamo che "sopravvive" grazie all’ostinazione di pochi, eroici coltivatori. Tutto viene fatto a mano, come una volta, in un'attività che, nel corso dei secoli, ha contribuito a modellare il paesaggio.
Infine, la seconda tappa della serie «Lombardia verde». Siamo nel Parco Alto Garda Bresciano, dove si devono conciliare esigenze opposte: quelle di un turismo costiero a volte eccessivo e quelle di rinascita dell'altopiano. Scopri l'itinerario
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