Aprile sul ghiacciaio dell'Adamello
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Il primo scollinamento è al passo Paradiso e poi su verso il Presena. La Adamello ski raid è la più giovane delle gare di scialpinismo di lunga distanza. Si corre ogni due anni ed è stata inserita nella «Grande course», circuito di gare lunghe, tecniche e alpinistiche. È una cavalcata che, dal Tonale, si addentra nel ghiacciaio più vasto delle Alpi italiane e segue le vie già tracciate da alpini e kaiserjäger durante la Grande guerra. Si svolge in un ambiente glaciale magnifico, ma duro ed esigente. Dove ora passano in ordinata doppia traccia colonne di tutine colorate, cent’anni fa transitavano i soldati «skiatori», con assi di frassino ai piedi e fucile in spalla. Grazie alla nuovissima cabinovia che da passo Paradiso porta a passo Presena, anche i tanti appassionati possono dare uno sguardo al di là delle creste, tra i passi Maroccaro e Presena, che delimitano la conca dell’omonimo ghiacciaio teatro di tragici combattimenti. Ai concorrenti toccherà poi scendere, abbassarsi fino a superare il lago del Mandrone, a 2.403 m e risalire la vedretta. A quel punto avranno già percorso una quindicina dei 42 km circa di sviluppo complessivo della gara. Dopo infiniti zig-zag ecco Cresta Croce con il suo famoso «Ippopotamo»: un cannone da 149 mm e 9 km di gittata. Trainato lassù a forza di braccia, da alpini e artiglieri, nel giugno del 1917. Gli scialpinisti puntano alla prossima meta, che non è l’ultima, la vetta dell’Adamello, 3.539 m. È di nuovo tempo di scendere e poi di salire ancora al passo degli Italiani e giù lungo il versante nord del corno Bianco. Li attende la valle e oltre gli ultimi ghiacci del Pisgana la loro cavalcata è finita. Passo Venezia, 3.230 m, il traguardo è esattamente 2.000 m più in basso a Ponte di Legno.
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