«Cibo, terra e lavoro» della Valle Brembana

Sabato 30 giugno alla Bibliosteria di Cà Berizzi, a Corna Imagna (Bergamo) la presentazione del libro di Irene Foresti sulla cultura e l’etnografia alimentare nella storia sociale dei paesi posti lungo il Brembo.

Un nuovo libro del Centro studi Valle Imagna verrà presentato sabato 30 giugno alle 18,30 alla Bibliosteria di Cà Berizzi, nella contrada Regorda di Corna Imagna, in provincia di Bergamo. Si tratta di «Cibo, terra e lavoro – Cultura ed etnografia alimentare nella storia sociale della Valle Brembana» di Irene Foresti. La presentazione nella sala convegni e al termine, dalle 20, cena alla Bibliosteria con menu a base di strangola preti, polenta cunsada, torta del Donizetti, acqua, vino e caffè a 25 euro (per prenotazioni 366.5462000).

I pascoli, le antiche osterie, i mercati, i boschi, i pollai e i porcili, le mandrie, i corsi d’acqua, le botteghe, i campi agricoli, le stalle, gli orti, i mulini e le cucine di ogni casa della Valle Brembana celano, dietro un’apparente immagine di rurale semplicità, un sostrato culturale ed etnografico di notevole spessore, che si manifesta, in primis, nei prodotti, nelle abitudini e nelle tradizioni alimentari. Il patrimonio gastronomico stupisce per la sua eterogeneità, ricchezza e variabilità tipologica, ed è concentrato in un’area non troppo estesa, né eccessivamente popolata o versatile dal punto di vista climatico, orografico, zootecnico e agricolo. Un terroir alimentare pazientemente e duramente forgiato, nel corso dei secoli, dalle braccia di casari, bergamini e agricoltori, dalla pazienza e oculatezza delle massaie, dall’intraprendenza commerciale di mercanti, osti e bottegai e dall’abilità di cacciatori e pescatori, i quali hanno saputo valorizzare ogni risorsa offerta dalla terra, grazie al lavoro costante e forse anche un po’ testardo.

Fisionomia alimentare della valle

La ricerca, l’analisi e lo studio di fonti, documenti storici, testimonianze, aspetti gastronomici e folkloristici, particolarità linguistiche, sviluppi sociali e commerciali, risultanze etnografiche, caratteristiche pedoclimatiche e fatti storico-sociali ha permesso di ricostruire la fisionomia alimentare della Valle Brembana e di definirne l’identità gastronomica. Il volume svela, attraverso ampi approfondimenti, come la Valle Brembana non significhi solo polenta taragna e stracchino, bensì esprima un ricco patrimonio di beni agroalimentari: muovendosi da uno all’altro dei suoi lembi estremi (la città di Bergamo e il passo di San Marco), un po’ come facevano i viaggiatori che percorrevano l’antica Via Priula, è possibile spaziare fra tradizioni e prodotti assai diversi.

Nel volume si incrociano elementi di storia e di vita quotidiana di generazioni di valligiani che, attraverso lo strumento del lavoro, sono riuscite a superare molte difficoltà proprie di un’economia di montagna: con il lavoro della terra esse hanno saputo ottenere diversi beni agroalimentari. Vengono, infine, offerte sessantuno ricette della tradizione locale, suddivise tra antipasti e stuzzicherie d'altri tempi, minestre e zuppe, primi piatti, secondi piatti, polente e dolci.

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