Anche a Bergamo la City Nature Challenge
La sfida è a scoprire la biodiversità attorno a noi e ci sono partecipanti da tutto il mondo. Domani sera un incontro a Bergamo alta ...
Sfoglio i social e vedo volti sorridenti e felici, persone che raggiungono le cime, pacche sulle spalle. Tutti felici e contenti, ma la vita è questa ? Ho forse i social sono solo una fuga ? Sono solo l’ennesima maschera che gli esseri umani indossano x coprire sofferenze e spesso cattiverie e odio ? Ma mostrare falsità non genera invidia e rancore ? Voglio credere che le persone pubblicano e condividono solo sorrisi in buona fede, perché il mondo è già brutto abbastanza. Ma se guardate dentro di Voi credo che ognuno senta un brivido di rabbia e invidia verso quei sorrisi. E’ umano. La montagna è silenziosa maestra e spesso, penso, rida di noi piccoli esseri umani che la utilizzano per dare forma ai nostri pensieri. Perchè la forma dà sostanza al pensiero.
Si dice che la montagna ci mostri i nostri limiti, le nostre paure e le nostre imperfezioni.
Credo sia vero.
Ma non è lei che ci insegna, siamo noi che attraverso di lei prendiamo coscienza di noi.Allora perché mostrare la montagna e l’outdoor come un paradiso ? Quando ci insegna i nostri limiti ?
Io ho dei limiti.
Ho paura dei sentieri troppo esposti, scendo molto più piano di quando salgo, le caviglie rotte e le storte che ho preso hanno creato nella mia testa dei blocchi. Non mi interessano i numeri (vette/dislivello/km etc.). Non mi piacciono i gruppi troppo affollati e non mi piacciono le persone che arrivate alla croce posano gli zaini alla base. Non mi piacciono, ma li faccio, i ghiaioni. Non mi piacciono, ma li faccio, i sentieri con terreno “scivoloso”. Non mi piacciono i sentieri che sembrano autostrade, segnati ogni metro, per conoscere i miei limiti devo camminare al buio e riscoprire i sensi. Non mi piacciono, ma li adoro perché mi “espongono” ai miei limiti, i sentieri poco segnati.
Ognuno di noi a dei limiti, spesso diventano gabbie di paure che ci intrappolano, soffocano e camminare, uscire, fare un passo, specialmente nella natura aiuta a conoscerli, forse non li elimineremo ma almeno impariamo a conoscerli e conoscerci meglio.
I miei limiti sono il muro di fronte a me, mi costa fatica salire, devo buttare fuori l’odio, il rancore e mentre sento le gambe “dure” riconosco che è giusto così perché so che poi mi sentirò più libero, scaricato, stanco ma felice. Ma la salita è faticosa, è difficile e spesso ci obbliga a fermarci, a rinunciare. Rinunciare non è sinonimo di sconfitta, vuol dire non essere preparato, non era il momento giusto, non era il tempo giusto. Prima dobbiamo liberarci dalle tossine e catene che ci tengono fermi, ancorati alle nostre debolezze e ai nostri “limiti”. I miei limiti sono tanti e ogni volta che indosso lo zaino e inizio a camminare sono lì accanto a me e pian piano si mostrano, forse anche per questo motivo diffido di chi porta auricolari o peggio ancora le casse.
Ho tanti limiti ma sono umano.
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